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FAQ

Chiedilo a un’odontoiatra per bambini

Le domande più frequenti per la salute della bocca dei miei piccoli pazienti.

Sono varie le questioni che i miei pazienti e, soprattutto, i loro genitori mi rivolgono. Le risposte che offro loro, spesso, sono le stesse. Per questa ragione ho deciso di raccogliere in questa pagina le domande più frequenti. Nel farlo parleremo di:

  • la figura del dentista pediatrico
  • la figura dell’ortodontista
  • prima visita odontoiatrica
  • spazzolino da denti per bambini
  • paura del dentista
  • apparecchio ortodontico
  • la figura del dentista pediatrico

Il dentista pediatrico è un dentista speciale. Rispetto al dentista generico riceve una formazione specifica e la sua pratica quotidiana è dedicata alla cura dei bambini, dall’infanzia fino all’adolescenza. Se poi il dentista pediatrico è anche specializzato in ortodonzia, è anche in grado di riconoscere eventuali problematiche legate alla crescita delle ossa mascellari e individuare il momento più specifico per intervenire. Quindi, se hai un bambino o una bambina e ti interessa la salute della sua bocca è a questo specialista a cui rivolgerti.

Il dentista pediatrico è un dentista a tutti gli effetti. Nel mio studio mi prendo cura di ogni persona che abbia la necessità o il desiderio di migliorare il proprio sorriso e la propria funzione masticatoria attraverso il miglioramento della posizione dei denti e della mascella. Nel caso in cui ci fossero necessità differenti, la collaborazione con altri professionisti ed un approccio multidisciplinare, permettono di trovare le soluzioni migliori.

La prima visita odontoiatrica per i bambini dovrebbe avvenire intorno ai 3 anni, quando tutti i denti da latte hanno fatto la loro comparsa. È bene fare la visita anche in assenza di problemi dentali. Durante la visita verrà valutato lo stato di salute di tutti i denti del bambino, il rischio di carie e lo stato di crescita del distretto cranio-facciale.

La fluoroprofilassi, ossia la prevenzione della patologia cariosa mediante la somministrazione di fluoro, è ancora fondamentale. Tuttavia, negli ultimi anni si sono rivisitati alcuni concetti. Il fluoro può essere somministrato per via TOPICA, esponendo le superfici dentali a sostanze che ne contengono elevate concentrazioni (gel, dentifrici, vernici), sostanze che NON sono destinate ad essere ingerite, oppure per via SISTEMICA, cioè mediante l’assunzione costante e regolare per bocca (gocce, acque fluorate, latte, sale, compresse). Ad oggi, secondo le linee guida dell’OMS e ministeriali, l’effetto preventivo sembra essere più efficace con la somministrazione topica post- eruttiva piuttosto che con la somministrazione sistemica.

Succhiare il pollice o il ciuccio è una abitudine viziata, considerata fisiologica entro i 2 anni di età. Oltre questa età, se tale abitudine non cessa, può provocare deformazioni delle arcate dentarie, più spesso morso aperto anteriore (mancato combaciamento anteriore dei denti) e/o morso crociato (i denti chiudono al contrario da una o da entrambe le parti). In questi casi in genere si sovrappone una deglutizione non necessaria: la lingua spinge anteriormente e si interpone tra le arcate, impedendo di fatto la correzione del morso aperto. Questo tipo di deglutizione, corretta quando la nutrizione del bambino avviene mediante suzione (deglutizione infantile), diventa dannosa successivamente, in quanto aggrava morso aperto e palato stretto (deglutizione atipica). La terapia ortodontica risulta necessaria abbastanza precocemente in questi casi accompagnata anche ad una rieducazione funzionale della muscolatura (logopedia).

Il biberon contenente latte e/o altri liquidi zuccherati non deve essere dato al bambino prima che si addormenti in quanto favorisce lo sviluppo di carie (le cosiddette carie da biberon): gli zuccheri che rimangono nel cavo orale durante le ore notturne, quando oltretutto si riduce la salivazione e quindi anche l’autodetersione naturale, favoriscono lo sviluppo di un ambiente molto favorevole ai batteri cariogeni e all’indebolimento dello smalto dentario che in ambiente acido tende a demineralizzarsi (la metabolizzazione degli zuccheri da parte dei batteri crea un ambiente acido)

Se il biberon viene dato con acqua occorre considerare quanto detto a proposito del ciuccio.

I denti da latte sono denti a tutti gli effetti. Se si cariano vanno curati, come i permanenti, con otturazione o devitalizzazione a seconda delle necessità. La cura del dentino da latte evita conseguenze spiacevoli per il bimbo, come il mal di denti o processi infettivi a volte molto dolorosi. Mantenere il dente deciduo in bocca significa preservare lo spazio per il definitivo. Se fosse impossibile evitare l’avulsione del dente da latte sarà necessario inserire un mantenitore di spazio per mantenere lo spazio in arcata per il dente definitivo.

Le prime visite presso uno studio dentistico dovrebbero essere sempre divertenti ed educative. Personalmente, come dentista pediatrico, cerco di instaurare con i bambini un rapporto di fiducia e di confidenza. Un buon consiglio per i genitori è di preparare il bambino alla sua prima visita parlandogli di quello che accadrà, farlo partecipe, coinvolgerlo, mantenendo sempre un tono positivo. In fondo, l’unico modo di vincere la paura è con la conoscenza.

La pulizia dei denti dei bambini dovrebbe iniziare con la comparsa dei denti da latte. All’inizio il compito è dei genitori, che potranno farla utilizzando una garzina o uno spazzolino per l’infanzia, così da abituare sin da subito il bambino a una corretta igiene orale. In seguito, è possibile lasciarlo fare direttamente ai bambini, che all’inizio, prendendolo come gioco, tenderanno a imitare i gesti della mamma e del papà. Solo alla fine consiglio l’intervento del genitore per perfezionare la pulizia.

È normale che un bambino abbia paura durante la sua prima visita dal dentista, ce l’hanno anche i grandi! Ma non c’è da preoccuparsi, il primo incontro è breve e i trattamenti sono nulli. Per il dentista e il bambino la prima visita è un momento per conoscersi ed entrare in confidenza. Prima di procedere alle cure, per me è importante instaurare fin da subito un rapporto di fiducia e confidenza anche con i più piccoli. L’importante è non trasmettere al figlio la propria ansia, renderlo partecipe, spiegare utilizzando parole semplici senza spaventarlo.

Sedere sulla poltrona del dentista può fare paura, specialmente ai bambini. Nei casi in cui ci sia la necessità nel mio studio applico la sedazione cosciente. È sicura, non ha effetti collaterali e consente al bambino di affrontare la seduta odontoiatrica con serenità.

È l’area dell’odontoiatria che si occupa:

  • Di monitorare la crescita cranio-facciale controllando se avviene correttamente
  • Di diagnosticare eventuali deviazioni dalla norma durante la crescita e lo sviluppo o a crescita terminata
  • Di correggere queste deviazioni dalla norma, mediante lo spostamento dei denti e/o influenzando la crescita stessa
  • Dello studio, diagnosi e terapia della posizione anomala di uno o più elementi dentali, per il danno che questa alterazione porta sull’estetica del volto e sulle funzioni della respirazione, masticazione e fonazione

È un professionista che ha seguito uno specifico percorso di studi. Per diventare specialista in ortodonzia, dopo la scuola secondaria superiore è necessario frequentare per 6 anni il corso di laurea magistrale in Odontoiatria e protesi dentaria presso la facoltà di Medicina e Chirurgia e successivamente per 3 anni la scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia in una delle università italiane. Attraverso questa preparazione lo specialista acquisisce le capacità richieste per muovere i denti e guidare lo sviluppo cranio-facciale. Uno specialista in ortodonzia si occupa della diagnosi, della prevenzione e del trattamento delle irregolarità dento- facciali. Tutti gli ortodontisti sono dentisti, ma soltanto non più del 5% dei dentisti sono ortodontisti.

È variabile e dipende da vari fattori quali: tipo di malocclusione presente (ci sono malocclusioni che vanno trattate precocemente ed altre si devono rimandare in dentizione permanente), gravità della malocclusione, stadio della permuta, età del paziente, sua capacità di collaborare. Si tende a trattare precocemente, verso i 4/6 anni di età, le malocclusioni in cui si rileva un grave problema scheletrico che può complicarsi con la crescita, ad esempio il morso incrociato con latero-deviazione funzionale della mandibola o le terze classi scheletriche. Si consiglia comunque una prima visita a questa età anche semplicemente per “conoscere” l’ortodontista che valuterà se procedere ad un accertamento diagnostico più approfondito o se monitorare la situazione in attesa del momento migliore per intervenire.

La durata è variabile: dipende dal problema da trattare, dalla sua gravità, dall’età del paziente, dalla collaborazione del paziente. Un trattamento ortodontico in dentizione permanente può durare da pochi mesi a un paio di anni, a seconda del tipo e gravità del problema. Nel paziente in crescita, invece, a causa del continuo sviluppo della dentatura e della crescita cranio facciale normalmente si usa alternare periodi di trattamento ad altri di attesa, cercando di sfruttare i momenti di crescita più importanti del bambino. Ad esempio, spesso, soprattutto nei casi di problematiche scheletriche, si esegue un trattamento in due tempi, uno in dentizione decidua e/o mista e l’altro in dentizione permanente.

Credo che sia molto importante saper ascoltare e accogliere le richieste degli adolescenti, che spesso si avvicinano al mondo dell’ortodonzia più per ragioni estetiche che di salute. I ragazzi spesso non si piacciono e reputano brutto il loro sorriso. Oggi grazie alle moderne tecniche ortodontiche invisibili è possibile soddisfare le esigenze estetiche e psicologiche dei pazienti che si trovano in questa delicata fase di crescita.